Soffici sulti odorosi
di erba bagnata
grappati nel vuoto
circonda
li osservo e mi svuoto
di senso.
Lascio
l’asfalto
nel mondo
e sospendo
alla casa celeste.
Le grida dei templi
scaraventandomi
da nuvole a piombo.
Fischia e romba e sfreccia e sbrana
Quel piombo.
Brandelli.
Di piombo.
Nero.
Circonda quegli occhi
inespressi
e bocche
lappose di idiota.
E’ all’alba
che il monte si apre e che squarcia
di luce la valle e la sabbia
si empie
di acqua di acqua
e di acqua
si riempie
di voce e di luce
sospira
la pace.
Bagnato di nudo e di fuoco
sollevo il mio sguardo all’immenso
e tra vortici e stelle
mi lancio
in altrove.
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