Il suono contamina le cose che vedo
gli dà vita, le accende di senso.
Musica che anima gli spiriti nascosti nella gente,
li fa parlare dei propri drammi
delle pulsioni nascoste,
delle vittorie e dei dolori.
Sostengo uno sguardo sconosciuto,
dietro occhiali spessi che nascondono meraviglia;
raccolgo la mia vita in una frase
spremendone un succo
che non sapevo neanche mio.
Resto, mi arresto
nel mezzo del turbinio,
del divenire, dell’accadere
e scompaio
ora come trent’anni fa
quando timidamente m’affacciavo al mondo.
Vorrei piangere
ma non saprei dove raccogliere le lacrime.
Tutto qui. Non c’è altro.
Un sentimento inconsapevole d’amore
che non trova la pace che cerca
nell’ordine casuale delle cose.