Nel trasparente camminare
noto un’assenza
che risuona,
nelle mie ore vuote
a toccare il cielo.
Mentre avvolgo
le tempeste nel mio manto di cera
il sole scalda
e liquefà la terra.
Mi chiama mi brama,
l’assenza,
mi attira mi stira e mi caccia;
non c’è.
Poi ricompare, celeste
dipinta d’amore e di nulla.
L’amore
che insegue e la guarda,
la cuce alle scarpe
ma scappa,
l’assenza,
nell’ombra di un muto riflesso.
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