Eppure la notte…

Eppure la notte…

Eppure la notte è la stessa,
il silenzio dialoga ai morti
nascosti dietro le stoffe.

La musica cavalca i secondi,
lontana, distratta, irriverente.
Il legno del tavolo è caldo
di tutte le mani che lo hanno sfiorato.

Eppure la notte è la stessa
con le sue stelle nascoste dietro alla terrazza
con il suo fresco di primavera
che si vergogna a sbocciare;
eppure la notte.
E’ la stessa.

E i miei Santi? dove sono sfuggiti o mio Dio?
Dove li hai allontanati così?
per riportarmi al nudo,
per strapparmi lacrime di sabbia
che mi graffiano il volto?

Dove hai preso le voci o Signore
che affogano lo spazio
che non mi appartiene più?
Come le hai imbastite?
Di argilla?  Di pioggia ? O di byte?

Eppure la notte,  è la stessa mia notte
di quando l’aria pungeva le gambe
secche sotto corti calzoni,
di quando mia madre
addormentava il respiro
sul mio petto fremente.

Di quanto la notte,
di quanto,
mi chiederà ancora uomo
stringendo la terra ai miei fianchi
prima che il tempo
mi scivoli  in Te.

Eppure,
in questo incerto nulla,
so che Mi leggi
e mi consolo.


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