Me ne sono accorto quando, tornato a casa, ho aperto la valigia di mia figlia: quel Piccolo Topo si era nascosto proprio in mezzo alle magliette. Ho visto spuntare il suo muso da una manica della T-shirt degli One Direction, si è fermato per un attimo a guardarmi come aspettando un mio sussulto o un grido di spavento, pronto a schivare lanci di ciabatte, libri o i colpi dello scopettone. Ma non ci fu nessuna ciabatta nè alcuno scopettone, perchè quel Piccolo Topo non riuscì proprio a spaventarmi. Forse il musetto a punta mi ha fatto tenerezza, gli occhietti piccoli come fessure mi hanno incuriosito, o magari è stato l’odore di lavanda di cui si era impregnato il suo sottile pelo colorato per essere rimasto a contatto per otto ore di viaggio con le saponette profumate di mia figlia; fatto sta che stesi una mano e lui vi saltò sopra sussurrandomi:”Devo assolutamente trovare il mio Songibrd! Non lo hai visto per caso passare di qui?”
Decisi in quel momento che avremmo avuto un nuovo ospite in casa. A quanto compresi dai suoi squittii trovare quel passero o qualsiasi tipo di volatile fosse, era diventata un’impresa di estrema importanza e se ci aveva seguito fino a Roma a centinaia di chilometri dalla sua casa evidentemente pensava che lo avrebbe potuto trovare da queste parti.
L’ho liberato nel salone e gli ho fatto anche una piccola casetta di legno sotto al televisore (ormai sarà diventato anche lui un fan dei Jefferson!). In genere l’ho visto sempre girare di notte, correre per la cucina e uscire nel terrazzo infilandosi in un buco nel muro; salire le scale dell’androne e arrivare fino alle soffitte condominiali per poi tornare puntualmente nella sua casetta. Durante il giorno non si era mai fatto sentire… fino a questa mattina.
Ero ancora nel dormiveglia quando verso le sette meno un quarto ho sentito un forte cinguettio provenire dal terrazzo. Mi sono affacciato ed ho visto questo bellissimo uccello canterino, molto più grande però di quello entrato dalla finestra della cucina della nostra casa di campagna qualche settimana fa, e certamente di colori diversi. Poi improvvisamente ho udito un rumore di cocci provenire dal salone. Era Piccolo Topo che sentito quel canto stava correndo all’impazzata cercando un varco per poter andare in terrazzo, visto che quello che usava di solito era stato ostruito da un pesantissimo dizionario di Latino scivolato dalla libreria. Sgambettando da una parte all’altra con una forza che non so davvero da dove gli provenisse, faceva cadere tutto quello che si trovava di fronte: piatti, scatole di colori, cassete di vecchi film, cd musicali. A un certo punto l’ho visto arrampicarsi sul mobile a due ante che contiene la mia riserva di vini (per un momento ho temuto il peggio!) andando a posizionarsi sul bordo dello scaffale dei rossi, proprio all’altezza del mio naso. Mi sembrava quasi di sentirgli il cuore battere all’impazzata mentre il suo petto si alzava e abbassava affannosamente. Aprii la finestra della cucina e Piccolo Topo saltò fuori correndo incontro a quel canto.
L’uccello, quasi il triplo di lui, smise improvvisamente di cinguettare e lo fissò, inclinando la sua grande testa da una parte e dall’altra. Poi parlò: “Mi hanno detto che stai cercando un Songbird! Beh eccomi qui, io sono un Songbird!”
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